Edizione 2009 |
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TERZO TRIMESTRE | |||
ANNO XX N. 20 (2009) |
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Registrato al Tribunale di Firenze il 24 Aprile 1990 al n. 3961. Casella Postale 1215 - 50100 Firenze |
direttore ALESSANDRO MAZZERELLI |
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CONTINUA LA MATTANZA….. | |||||
Dopo
Borgo San Lorenzo è l’ora di Prato. E
la vittima è stavolta un nostro anziano, un nostro “Ultimo”,
barbaramente assassinato da una giovane Rom, che già in passato si era
resa protagonista di svariate attività delinquenziali. I
Rom: senza dubbio la peggiore feccia parassitaria dell’immigrazione,
senza nemmeno il ridicolo
paravento di “svolgere quelle attività che gli italiani non vogliono
più fare”, visto che questi soggetti passano le loro giornate nelle
nostre città a rubare, compiere estorsioni, sfruttare i deboli, cioè
donne bambini e animali,
con l’accattonaggio. Tutto
questo, come denunciamo da ormai vent’anni, nella più ampia
minimizzazione dei media asserviti al potere, con la compiaciuta
accettazione della sinistra buonista e “accogliente”, col sostegno a
fini di “religiosissimo” lucro delle Organizzazioni “umanitarie”
come la Caritas, che chiama tutto ciò “integrazione”, e con lo sguardo interessato di forze
politiche come la Lega Nord che, cavalcando fintamente lo sdegno e il
malcontento della gente, mantengono e aumentano le proprie poltrone
fregandosene totalmente di risolvere davvero il problema e di stare
accanto ai nostri “Ultimi”, le maggiori vittime di questa invasione. E’
ora di dire basta! L’invasione extracomunitaria è funzionale al
progetto mondialista e globalizzatore di distruzione dei popoli e delle
identità contro cui combatteremo sempre! E’
dovere di tutti coloro che amano la propria terra, le proprie radici, la
propria gente, la propria identità opporsi a tutto questo! AD
OGNI POPOLO LA SUA TERRA, AD OGNI TERRA IL SUO POPOLO! |
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LA QUESTIONE SCOLASTICA BARBERINESE TRA IRRESPONSABILITA’ DEL PASSATO E INCAPACITA’ DEL PRESENTE. | |||||
Come è noto il partito democratico, già partito comunista, egemone per oltre sessanta anni nel Comune di Barberino ha, alla ultime elezioni, perso ben il 15% e la maggioranza assoluta. La sconfitta è stata tale che è doveroso porsi almeno una semplicissima domanda : perché ? I motivi sono certamente numerosi a cominciare al fatto che i giovani, finalmente, non votano più come il nonno, coerente comunista e oggi iscritto allo SPI, il sindacato pensionati della CGIL, che ormai surclassa per numero di adesioni la Fiom ( Federazione italiana operai metallurgici) insieme alla Filcams (Federazione italiana lavoratori del commercio, alberghi, mense e servizi) e tutti gli altri sindacati del vetusto carrozzone della casta sindacale… Qualcosa, davvero, è finalmente cambiato, ma non è cambiata affatto l’arroganza del potere, che anche questa Amministrazione neocomunista barberinese chiaramente manifesta, il modo con il quale ha affrontato, o meglio non ha affrontato, la questione scolastica ne è un chiaro esempio. A fronte dei problemi derivati dalla carenza e insufficienza delle attuali strutture scolastiche l’attuale Amministrazione comunale, agisce come se fosse piovuta dalla luna, dando mandato alla signora vicesindaca di fare una ricognizione sullo stato dell’arte. Costei, donna in carriera molto precisina, si presenta come un’ispettrice fatta arrivare chissà da dove, per raccontarci che una scuola è da costruire, un paio da ristrutturare, un asilo quello di Galliano da mettere in una ex Casa del Popolo, insomma sembrava di ascoltare chi, senza dirlo, dopo un capovolgimento politico fa i conti alla pessima amministrazione del passato. Non è, sia chiaro, che da questo punto di vista avesse torto… Ma lei, ispettrice di parte, si è ben guardata dal dire una verità incontrovertibile: il fatto, già ricordato, che da sessanta anni governa il suo partito, comunque mascherato e qualunque sia la sua denominazione e che conseguentemente, i riferimenti a Berlusconi e alla Gelmini centrano come il cavolo a merenda… La seconda questione da accennare è la questione della chiusura della prima elementare a Cavallina. Il motivo, lo ha detto esplicitamente il Sindaco nella “conferenza” dei capigruppo, è dato dal fatto che iscritti bambini erano undici, anziché almeno quindici. E allora, dov’è il problema ? Non si è accorto il Sindaco e i suoi diretti collaboratori che la Cavallina, di fatto, è una conurbazione di Barberino ? Non si è mai accorto che dalla rotonda con il ballo dei nani infelici – chissà quanto è costata e chissà perché, al loro posto, non ci sono stati messi cinque ulivi con in mezzo un bel cipresso - in meno di dieci minuti di passo normale si arriva al cartello indicatore di Cavallina ? Non si è accorto che la stragrande maggioranza dei genitori, per ragioni di lavoro, da Cavallina ci devono passare tutte mattine ? E allora, dov’è il problema di chiedere ai genitori di spostare quattro bambini, che stanno in direzione della frazione conurbata, in quella scuola elementare ? Già, ma dopo come si fa a maledire e a far maledire Berlusconi e la Gelmini… cercando di far dimenticare gli orrori e gli errori del passato ? Avevo terminato qui, questo breve testo, quando ho avuto modo di constatare, grazie al Consiglio “aperto” del 10 settembre, che quest’ultima domanda era la ragione fondamentale dell’iniziativa non a caso proposta da Rifondazione Comunista. La suddetta signora vicesindachessa, si è definitivamente scoperta partendo all’attacco del demoniaco “berlusca” e di tutti i suoi cavalli e di tutti i suoi cavalieri e chi se ne frega se poi i genitori dicevano le cose come stavano, se, con grande coraggio, la Signora Anna Maria Gianassi, già consigliera comunale, ricordava che qualcuno aveva consigliato, dissuaso ( o indotto ? ) i genitori dei bambini a non iscriversi alla Scuola di Cavallina … Alla fine dell’esibizione “democratica” ci ha pensato Rifondazione Comunista, ricevendo un applauso liberatore di tutti i “cugini”, a raccontarci che la questione , almeno per quest’anno… va come ha voluto la casta locale, poi, nel 2010, si vedrà. Chissà, forse Berlusconi non c’è più e alla Cavallina di prime se ne potranno aprire anche tre…
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Unità
d’Italia…… |
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La lagna nazionale si è scatenata attorno ai mancati
finanziamenti e alla carenza di idee per il 150° anniversario
dell’unità d’Italia. La cosa commuove i pochi cui l’unità porta
vantaggi ma – giustamente – lascia indifferenti tutti quelli cui non
ha fatto alcun bene. La verità è che la penisola non ha mai avuto
tante sciagure come da quando è politicamente unita. È un rosario di
fallimenti. Ha subito guerre e cataste di morti come non ce n’erano
stati in 2000 anni, ha visto milioni di suoi cittadini emigrare
all’interno o all’estero a cercare fortuna, ha sprecato risorse
enormi senza creare ricchezza. Si è fatta prendere da fregole di grande
potenza e si è cacciata in un sacco di guai. Non è mai riuscita a
garantire ai suoi cittadini i livelli di vita che – contestualizzati
– avevano gli Stati pre-unitari. Ha prodotto e gestito più ricchezza la Repubblica di Genova, ha generato più cultura il minuscolo Ducato di Mantova che l’Italia unita; Venezia era rispettata; hanno contribuito mille volte di più all’arte, alla scienza e alla civiltà d’Europa gli italiani “calpesti e derisi” di quelli avvolti nel tricolore. Il Lombardo-Veneto era un gioiello di efficienza e prosperità. Aveva i conti a posto anche il Piemonte, prima. La Toscana era il paese più civile e progredito d’Europa e neppure i Ducati padani dovevano essere così male se l’intero esercito del duca di Modena ha deciso volontariamente di seguirlo in esilio. A sentire i meridionalisti anche il Regno delle Due Sicilie era in buona salute o aveva tutte le premesse per diventarlo: in ogni caso se ne stava tranquillo per i fatti suoi e ha mai dato fastidio a nessuno. Se prima vivevano in pace o si ignoravano, oggi nordisti e sudisti si guardano in cagnesco a si rinfacciano a vicenda ogni colpa e iniquità. Bel risultato! Oggi pochi si scaldano per la ricorrenza. Ci sarebbe da preoccuparsi del contrario. A fare i patrioti ci sono solo quelli che di unità vivono: la casta, i politici, gli stipendiati d’oro della pubblica amministrazione, i finti invalidi e – forse - anche qualche idealista poco addentro alle verità della storia e drogato di retorica. L’unità è stata l’azione violenta e truffaldina di una piccola minoranza ai danni della maggioranza. E anche la parte migliore di quella minoranza se ne è pentita: le parole di più amara delusione le hanno scritte alcuni dei suoi protagonisti, compresi molti insospettabili. Cattaneo si è rifugiato in Svizzera, Cernuschi in Francia, Bixio è andato a morire a Sumatra. C’è una turpe analogia fra l’unità e il comunismo. Il comunismo – sostengono i più incalliti compagni, alla faccia della storia e del buon senso – era la migliore delle idee possibili: se non ha funzionato è solo perchè perché stata applicata male o solo in parte. É la stessa litania dei patrioti: il Risorgimento è stato fatto in fretta, è incompiuto; l’unità è sacrosanta ma strutturata male. A nessuno dei fedelissimi viene in mente che il problema non sia la cattiva applicazione ma l’oggetto in sé: che il comunismo sia stata una delle peggiori schifezze prodotte dalla mente umana e che l’unità non funzioni proprio perchè non può farlo, è contro natura. Ecco l’idea vincente per dare vitalità alla ricorrenza del 2011: il modo migliore per festeggiare l’unità è di disfarla.
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E IL CENTRO CHI LO TUTELA ? | |||||
L’ufficio
Studi Bankitalia ha dimostrato che “un panino al bar costa a Palermo
2,75 euri, mentre a Milano 3,25.”
Dal barbiere “ si spende a Milano 20,40 euri , invece degli 11,87 di
Palermo.” Questi “studi” , si estendono poi a tutto, dagli affitti al valore al metro quadro di un immobile, che, fra il Sud e il Nord, varia di una percentuale enorme, il 60%!!! Ma, per noi, il problema dei problemi è che poi questi studi non scendono nello specifico dell’Italia Centrale, genericamente definita Centronord….La cosa francamente non sta in piedi. Chiunque si rende conto che la situazione economica della Toscana, dell’Umbria, delle Marche e del Lazio non sono affatto analoghe né al Nord né al Sud . E mentre si elargiscono centinaia di milioni al Nord e ben quattro miliardi alla Sicilia, al Centro cosa tocca ? In Toscana, la suddetta questione non riguarda i componenti la laidissima casta politica regionale. Hanno ragione, chi glielo fa fare, a quei laidi, di preoccuparsi : lo stipendio e i privilegi straboccano, la rielezione , salvo un accidente, è riassicurata dal partito senza lo scomodo delle preferenze e il “poppolo” toscano, votando felice e contento comunista, anziché autonomista, se lo prende da sempre nel culo. Amen.
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